Un chiarimento rispetto a “Dignity” e “O Viveiro Onlus”

Quando andai a filmare “Dignity” al centro O Viveiro due anni fa, il progetto era al suo zenith attraverso l’immenso lavoro svolto da Emanuela Bonavolta, che era stata capace di trasformare il suo grande amore e passione interiori verso gli esseri umani e la sua devozione cristiana in fatti concreti. Era stata capace di tradurre le sue visioni in realtà e il centro ferveva di tutte le attività che avevo incluso nel film, e altri progetti erano sul punto di essere realizzati. Gradualmente però l’organizzazione O Viveiro in Italia aveva preso distanza dalla visione di Emanuela per adottare una linea più improntata a un’idea “caritatevole” di associazione, che si accontenta di mandare semplicemente soldi a delle ragazzine senza prendersi cura delle sfide che le attendono nel loro futuro di persone adulte. Isolata all’interno dell’associazione, Emanuela ha preferito alla fine fondarne una nuova, “Dignity No Profit People”, per poter seguire un percorso differente e molto più dinamico insieme alle persone che condividevano i suoi stessi sogni e progetti, usando la parola “Dignity” per indicare continuità con quello che il documentario aveva indicato come strada principale per realizzare il maggior numero possibile di progetti e offrire un supporto molto più ampio alle diverse esigenze delle ragazze.

Sono ovviamente parte di questo progetto, in molti modi che vanno oltre il mero supporto economico, e abbiamo realizzato molti obbiettivi che hanno cambiato la vita di alcune delle nostre ragazze, sia quelle che risiedono nel Viveiro, sia quelle che non lo fanno, o perché hanno per fortuna una famiglia che si occupa di loro, o perché non stanno più lì, o per scelta o perché escluse.
Durante questo anno appena trascorso abbiamo concretizzato una serie di progetti fondamentali, quale quello di far operare Liliana al cuore (aveva una malformazione che l’avrebbe portata alla morte in tempi brevissimi, e ora è completamente guarita!), far fare una protesi nuova e spaziale per la gamba di Rosa (che le consente una vita molto più libera e godibile), invitare Tamare in Italia per partecipare a una corsa podistica, in vista della sua partecipazione come atleta rappresentante del Mozambico per i Giochi Olimpici, e dare aiuto concreto a quelle ragazze che affrontano problemi seri quali essere incinte e sole. Noi di “Dignity No Profit People” crediamo che le ragazze abbiano bisogno di supporto e guida e non di regole monacali, e investiamo in questa direzione economicamente, emotivamente e psicologicamente, donando il nostro bene più prezioso: il nostro tempo.
Ho sentito il bisogno di chiarire questo aspetto adesso che il mio documentario ha sempre più successo e viene proiettato in tutto il mondo, perché ritengo che sia corretto informare gli spettatori che la situazione mostrata nel film è cambiata, e il riferimento per chi volesse dare il proprio contributo e collaborare per lo sviluppo di questo progetto è attualmente Dignity No Profit People e non più O Viveiro Onlus. Grazie!