La strategia collettiva – Kai Zen

Recensione per il quotidiano Off.
Rtf qui.

Tour romano dei Kai Zen, il collettivo “cugino” di Wu Ming, in libreria con “La strategia dell’ariete”

È davvero un romanzo da mordersi le unghie… fantastorico, politically non-correct, brutale. Il ritmo di Indiana Jones e la cupezza di Evangelisti, un po’ di esoterismo ben nascosto nelle pieghe dell’impermeabile d’ordinanza del solito agente della CIA. Che stavolta però lascia il ruolo da protagonista a una collega, Shelley Copeland, una rossa alla Jessica Rabbit con il cuore da cattiva (ma ha i suoi buoni motivi). La storia si snoda in un arco di circa 40 anni, dagli anni ’20 in Cina al ’57 negli Stati Uniti, con una lunga parte intermedia ambientata in Paraguay. Un fumettone densissimo, un western con l’anima, governato dal desiderio di dominare una forza malefica, il “respiro di Seth”, che dà ai suoi possessori – l’avete già capito – il dominio sulle masse.
Il romanzo è uscito in questi giorni per Mondadori con clausola copyleft (permesso a far circolare l’opera senza scopo di lucro) e stampato su ecocarta secondo gli standards di Greenpeace, una prima assoluta per l’editore milanese.

Come li avete convinti e perché questa scelta?
Come li abbiamo convinti? Glielo abbiamo chiesto e hanno detto di sì. Poi abbiamo vigilato affinché non vi fossero “dimenticanze” dell’ultimo istante e, proprio grazie alla vigilanza, tutto è andato in porto. Il perché della scelta potrebbe definirsi triplice. In primo luogo siamo convinti che la mera fruizione (senza scopo di lucro dunque) di un’opera dell’ingegno possa e debba essere concessa liberamente in forme parallele a quella del classico acquisto. In secondo luogo lo troviamo un atto di cortesia verso il lettore, che ha la possibilità di verificare la merce prima di acquistarla. Ci immaginiamo che la scarichi dalla rete, se ne legga 10, 20 pagine e solo a questo punto, se effettivamente gli piace, decide se comprarla o meno. Infine l’aspetto creativo, il fatto che qualcuno possa prendere spunto dai nostri lavori per crearne di nuovi, diversi, sperimentali, magari con approccio multimediale. Anche noi lo abbiamo fatto e siamo convinti che sia una strada da percorrere in un ambito – quello letterario – ancora troppo conservatore in tal senso. Noi non vogliamo combattere battaglie di retroguardia e cerchiamo di convincere anche gli altri a non perderci tempo. Le nuove tecnologie e le abitudini che hanno creato impongono una riconsiderazione del diritto d’autore che peraltro, a ben vedere, non comportano ormai nemmeno più vantaggi se non unicamente per le casse dell’editore (o discografico, o software house che sia). Per un autore essere scaricabile dalla rete, anche gratuitamente, permette una visibilità che altrimenti gli sarebbe negata e un rapporto diretto con il lettore che può dar vita a nuove interessanti possibilità. Gli autori musicali più scaricati attraverso il sistema peer to peer, ad esempio, sono anche quelli più venduti nei negozi di musica. Bisognerebbe chiedere a questi signori se il download pirata dalla rete sia un danno o un vantaggio per loro.

Ma restiamo sul romanzo. Come lo definireste? Ha un intento metanarrativo?
Una storia, un’avventura che dovrebbe essere letta semplicemente per il piacere di scoprire i mondi che vi vengono narrati e descritti. Tu hai parlato di fumettone e per certi versi la definizione calza, e noi non la troviamo affatto riduttiva o offensiva. A noi interessano le storie e i personaggi, non le etichette precostituite. Non vogliamo produrre ‘una certa storia’ ma narrare ciò che ci coinvolge ed emoziona, e provare a farlo cercando di suscitare nel lettore la stessa passione. Far sì che il virus della scrittura collettiva contagi sempre di più attraverso la rete. ‘La strategia dell’Ariete’ si potrebbe definire una via di mezzo fra Corto Maltese e Dick Tracy… sì, niente male questa.
Poi certo, nel nostro caso oltre alla narrativa stessa è interessante capire come funziona il lavoro di gruppo a distanza, la gestione delle dinamiche interne ai Kai Zen. Influenze, immaginari, scelte da compiere, sconfitte da incassare. Il classico ego smisurato dello scrittore/penna divina nel mondo Kai Zen  è una vittima certa.

Qual è la vostra modalità di scrittura collettiva?
Organizzare il plot a priori. Suddividerlo in piani narrativi che ci ripartiamo. Dopo la fase della ricerca si comincia a scrivere e ognuno, finito un capitolo, lo manda agli altri che glielo restituiscono in tempo reale con correzioni, osservazioni e riflessioni varie. Sta a lui poi, nella prima stesura, compiere la decisione finale, e in genere è lui il referente per quel piano narrativo. Ci si vede ogni tanto per far quadrare le cose e montare i vari pezzi. Una volta assemblato il tutto, parte una girandola estenuante di cambiamenti, modifiche, integrazioni, tagli con un ottica diversa: quella dell’insieme, del prodotto finale. Questo permette di lasciare il giusto spazio individuale per la prima parte del lavoro, dove ognuno è talmente immerso nel suo piano narrativo da doverne giustamente rispondere di persona. Poi però si abbandona questo approccio per assumere una visione di insieme che è – a nostro avviso – il vero cuore pulsante della scrittura collettiva. Non più TU autore sotto il riflettore, ma LA STORIA come unico riferimento.

Questo il tour romano di Kai Zen: giovedì 22 marzo ore 18:00 Mel Bookstore – via Nazionale 254; venerdì 23 ore 18:30 Libreria L’eternauta – via Gentile da Mogliano, 184 e a seguire alle 20:30 serata all’Astra 19 – Spazio Pubblico Autogestito – via Capraia 19.