Fuori strada (da “Tutti giù all’inferno”)

Questo è uno dei racconti che ho pubblicato nell’antologia Tutti giù all’inferno e affronta un tema che mi affascina e inquieta molto: assassini per colpa, sì, ma veniale: più che altro per fatalità, per scherzo crudele del caso. Fa il paio con un altro racconto sullo stesso tema "Era un cane", uscito su Accattone, che però ha ancora meno redenzione tra le righe.

La versione rtf è scaricabile qui.

FUORI STRADA

Pronto? Pronto? Amore ciao! Sì ora ti sento, tu mi senti? No è che stavo entrando adesso in metropolitana con un collega, aspetta che lo saluto…
Maurizio scendi intanto tu nel forno crematorio eh eh, io semmai ti raggiungo sotto va bene? Ma no figurati vai pure, ci vediamo domani, al limite, OK? Ciao, sì, ciao! A domani eh? E stai su, va bene?
Amore, ci sei? No aspetta che ti voglio dire ‘sta cosa, non sai che storia che m’ha appena raccontato Maurizio. Ma no, parlo piano perché ho paura che mi senta, aspetta un attimo, ecco adesso ha girato la rampa delle scale… No, non quel Maurizio, quello è del secondo piano, questo è Maurizio Bertoli, c’hai presente? Quello di Grottaferrata, con la moglie ricca, dài, quello che fino all’anno scorso girava in Porsche Cayenne, che poi se l’è venduto e tutti dicevano che la moglie gli aveva tagliato i cordoni perché andava a mignotte, ti ricordi? Sì bravo, proprio quello, che da un annetto ogni tanto me lo ritrovo in metro e non dice mai una parola, che t’avevo detto che mi dava l’angoscia perché mi pareva malato, sì quello!
Beh, non sai! Mi ha raccontato il retroscena della macchina e ho capito pure come mai ha perso tutti quei chili… guarda non sai che storia! Ma te la posso raccontare adesso? Sì bravo mettiti l’auricolare che è meglio, con tutto il caldo che fa c’ho ancora i brividi.…
Insomma stavamo scendendo le scale per andare via e a un certo punto mi prende un braccio e mi fa: possiamo berci un caffè fuori? Io figurati se dico di no a un caffè, lo sai, però aveva uno sguardo un po’ da squilibrato, capito come? Ho pensato “questo si è innamorato di me”, e invece al bar ha preso un bicchiere con lo stelo che stava appoggiato sopra al bancone, sai quelli da prosecco, hai presente?, e se l’è messo davanti. Poi ha preso una ciotola quadrata di ceramica, per le bustine dello zucchero, e con quella ha preso la rincorsa e ha dato una botta al bicchiere, ma l’ha acchiappato al volo prima che cadesse per terra. Io ero impietrita, l’ho guardato in faccia, lui ha fatto un sorriso strano e mi ha detto “non ti preoccupare Marcella che non lo faccio rompere il bicchiere, lo so prendere al volo, non si rompe mai, solo Nicoletta si è rotta”. Io ti giuro non sapevo che pesci prendere, gli ho detto “tua moglie?” e lui mi fa “no, Nicoletta è una ragazza carina di 19 anni, non una fotomodella, ma una ragazza carina, con gli occhi a mandorla, che da un anno sta su una sedia a rotelle” io zitta. Lui gira un po’ il caffè e poi dice “per colpa mia”. Non sapevo che dire, gli ho chiesto se era sicuro che fosse colpa sua e lui mi ha chiesto per chi, se per lo Stato Italiano, per la Municipale, per l’Assicurazione, per sua moglie, o per lui stesso. Gli ho detto “dimmelo tu” e lui “lo Stato e la Municipale mi hanno scagionato, l’assicurazione ha pagato pochissimo perché era concorso di colpa, e per mia moglie non importa perché sono il solito stronzo. Per me, io lo so che sono colpevole”. Gli ho chiesto di spiegarmi quello che era successo e mi ha raccontato che un anno fa, una sera che tornava a casa dall’ufficio col Porsche, stanco, a un certo punto a un incrocio ha visto una ragazza che a piedi stava attraversando le strisce nonostante il rosso, e lui che arrivava bello veloce come al solito l’ha guardata e ha calcolato che non aveva bisogno di rallentare, perché la ragazza sarebbe arrivata in tempo dall’altra parte, e che anzi se non toccava i freni le avrebbe fatto prendere un po’ di spavento così la prossima volta imparava a passare con il rosso “quando uno ha fretta di tornare a casa dopo una giornata di lavoro” mi ha detto con una smorfia bruttissima…
Insomma la ragazza sarebbe passata senza problemi, ce l’avrebbe fatta ad arrivare dall’altra parte sana e salva capito?, ma a un metro e mezzo dal marciapiede le si è slacciato un sandalo: le è sfuggito da sotto il piede, e la ragazza d’istinto ha rallentato la corsa per trattenerlo, così lui l’ha presa con l’angolo del paraurti!! La botta non sarebbe stata nemmeno troppo forte, ma la sfiga è che la ragazza aveva la testa piegata in avanti e con la botta ha preso il palo del semaforo e si è rotta la spina dorsale capisci?
Sì guarda, una storia allucinante. E Maurizio che continuava con ‘sta ciotola dello zucchero a dare colpi al bicchiere e a prenderlo al volo, e con le dita dalla mano mi faceva segno di due centimetri e mi diceva “per tanto così capito? per tanto così?” sì guarda, ero sconvolta, dovevi vedere che faccia aveva lui….
Poi mi ha detto tutte le cose che sono successe dopo, la ragazza per terra, i testimoni, l’ambulanza, i dottori, le visite tutti i giorni, i pianti che si è fatto con i genitori di questa Nicoletta, tutto da solo poraccio, la moglie gli ha detto se l’era cercata e non gli ha parlato per settimane. Insomma mi ha detto che quando l’avvocato l’ha chiamato al cellulare per dirgli che era stato riconosciuto innocente si è sentito sollevato per qualche istante, e poi ha iniziato a vomitare lì dov’era, per strada, al telefono con questo che gli faceva “dimmi dove stai che ti chiamo un’ambulanza” e lui che non riusciva a smettere, insomma stava sotto a un treno, capito?
Quindi sai che ha fatto? Ha preso un prestito da centomila euro dando in garanzia la casa, e li ha dati alla ragazza, e poi si è pure venduto il fuoristrada, che era nuovissimo, e le ha dato i soldi anche di quello, poi ha preso le forbici da unghie della moglie, sì sì, me l’ha detto lui paro paro, ha preso le forbici e ha tagliato a pezzettini la patente, l’ha buttata nel cassonetto dell’immondizia e dal quel giorno metro A, capisci?
Che storia Fra’… Lo so che ha sbagliato lui, però sono quegli errori che dài, a tutti può capitare quella volta che sei stanco e magari fai quella cazzata che solo dopo ti rendi conto di quello che hai rischiato, dài….. no, non è vero quello che dici, sono cose che possono capitare a tutti… Non è vero Fra’, pensa a quella volta tua col gatto…. No, non è una cosa diversa, è uguale. Se non tornavo a casa lo trovavamo morto, e poi lo sai per quanto non ti rivolgevo la parola io sì?
Comunque… ci credo che ha perso 13 chili, dice che non dorme quasi più. Col caldo che fa là sotto nella metro uno di questi giorni ci resta secco…. Mhmm… Pensi davvero che è questo che cerca? Mi sai che c’hai ragione tu France’….